Ranocchia |
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| CITAZIONE Un noir classico nell’impianto e pieno allo stesso tempo di immagini fascinose, ammalianti Adriano Ercolani * * * - - Locandina Rampart
Los Angeles, 1999. Dave Brown è uno dei poliziotti più duri del distretto di polizia di Rampart, situato in una delle zone più calde della Città degli Angeli. I suoi metodi sono sbrigativi, spesso brutali, ma raggiungono gli obiettivi prefissi. Nella vita privata invece, l’uomo non è riuscito a costruire una situazione stabile con le sue due ex-mogli né tanto meno con le figlie. La situazione precipita definitivamente quando Brown picchia brutalmente un sospetto e viene messo sotto indagine, diventando il simbolo di tutto ciò che è marcio nel corpo di polizia della città. Per tentare di sistemare la situazione Dave tenta di adoperare gli unici mezzi che conosce, quelli spiccioli e non sempre legali. Tale comportamento non può che portare a ulteriori complicazioni, fino a gettare l’uomo in un vortice autodistruttivo da cui sembra impossibile uscire. Dopo la bella prova e il successo di Oltre le regole, si riforma il trio composto dal regista Oren Moverman e dalla coppia di attori formata da Woody Harrelson e Ben Foster (qui in un ruolo secondario). Rispetto al cinema asciutto che la loro prima collaborazione ci aveva proposto, in Rampart lo stile è decisamente più presente. Per mettere in scena la storia del classico “bad cop” il regista sceglie un intervento registico molto accentuato, che in alcuni momenti prevarica la storia soprattutto in un paio di scene di raccordo in cui proprio non serviva un lavoro sull’inquadratura così elaborato. Allo stesso tempo però Moverman mette nel suo film anche alcune idee visive molto efficaci, come ad esempio quella di tenere quasi sempre lontano il suo personaggio principale dalla luce. Dave Brown è un animale notturno, si muove bene con l’oscurità, mentre alla luce del giorno appare spaesato, infastidito, fuori contesto. L’eleganza delle molte scene con luce artificiale o addirittura nell’oscurità è senza dubbio di effetto, e Los Angeles viene mostrata in tutta la sua atmosfera cupa e sordida. Woody Harrelson poi interpreta la figura principale con grande adesione, tirato a lucido e febbrile come nelle sue migliori interpretazioni passate. Altro pregio di Rampart è la sceneggiatura, scritta dallo stesso regista insieme al più grande scrittore noir contemporaneo, James Ellroy: nonostante la forte caratterizzazione, si riesce sempre ad evitare il barocco, e psicologie e situazioni non arrivano mai ad essere artificiosamente drammatiche. Cinema di genere robusto ma non gratuitamente spettacolare quello che Rampart offre al pubblico: pur con qualche sbavatura dovuta alla voglia di “costruire” l’atmosfera oltre il necessario, Oren Moverman ha realizzato un film classico nell’impianto e pieno allo stesso tempo di immagini fascinose, ammalianti. Un noir nel senso più stretto del termine, che non racconta nulla di nuovo rispetto al glorioso genere ma sa comunque come irretire lo spettatore col suo protagonista, la cui lenta e ineluttabile discesa all’inferno arriva dritta al cuore. spero di riuscire a vederlo domani
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